caligiuri

Mario Caligiuri, Presidente della Società Italiana di Intelligence e Direttore Master in Intelligence dell’Università della Calabria è stato intervistato dall’American Herald Tribune da Mohsen Abdelmoumen (https://ahtribune.com/author.html?id=925)

Qui  il link all’intervista e, di seguito, la traduzione della stessa

https://ahtribune.com/interview/4025-mario-caligiuri-coronavirus.html

  1. Qual è la situazione nel tuo paese in Italia nel contesto dell’epidemia del virus Covid19?
    In questo momento, la situazione italiana è la più grave del mondo e per numero di morti superiore anche alla Cina. Le condizioni sono difficilissime e in Lombardia è addirittura tragica. Però con i numeri qualcuno non dice la verità. Per esempio, in Cina da febbraio a dicembre del 2019 ci sono  21 milioni di cellulari spenti. Non so se questo significhi qualcosa. In Italia, secondo l’istituto Superiore di Sanità circa il 2 per cento dei decessi dipenderebbe esclusivamente dal coronavirus. In Russia i dati ufficiali parlano di pochissime persone infette e al momento nessun morto. In Giappone sono stati chiusi precipitosamente i confini subito dopo la notizia ufficiale dello spostamento delle olimpiadi di Tokyo al prossimo anno. Solo nelle ultime settimane si sono assunti provvedimenti rigidi sulla pandemia sia gli Stati europei, tranne la Svezia, che gli USA, dove il numero delle infezioni è il primo al mondo. I numeri sono certamente indicativi, ma vanno interpretati e contestualizzati. E le considerazioni si faranno alla fine, tra diversi mesi.
  2. Non pensi che ci sia stata un’enorme mancanza di anticipazione da parte dei governi europei riguardo alla pandemia che stiamo vivendo attualmente?
    La prima riunione della Commissione Europea per affrontare il problema è stata il 6 marzo 2020. Dell’epidemia si hanno notizie certe almeno da dicembre 2019 e già a fine gennaio 2020 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha evidenziato il gravissimo rischio esistente.  Basta  solo questo dato per capire la disattenzione e l’impreparazione di gran parte della classe dirigente europea.


    3. Perché l’Europa ha abbandonato l’Italia quando la Cina sta cercando di aiutarla?

    A conferma che ogni Nazione, al di là delle gratuite affermazioni di principio, pensa prima di tutto a sé stessa. Altro che Europa dei popoli: l’Unione Europea è basata sull’economia. La Cina fa legittimamente la sua politica, come in Africa: propaganda e investimenti a lungo termine.


    4. L’Europa non ha mostrato i suoi limiti con la crisi del coronavirus?
    In modo irreversibile, se non sarà in condizione di fronteggiare la terribile crisi economica che prevede una riduzione del PIL per il 2020 del 4,5 per cento. Ma potrebbe essere anche peggio.


    5. Abbiamo visto scene di isteria collettiva in ipermercati e supermercati. 
    Questa crisi di coronavirus non ha messo alla prova i modelli individualistici di consumo?

    Secondo il filosofo Slavoj Žižek, il capitalismo mondiale potrebbe subire una profonda trasformazione. Per lui è necessario un cambiamento radicale e il coronavirus rappresenta “la morte del capitalismo e un’opportunità per reinventare la società”. Tutto il sistema sociale, da quello educativo a quello mediatico, è basato sulla promozione dei consumi. Gli algoritmi sono il più potente agente di cambiamento politico di questo secolo e sono programmati nella logica capitalistica di favorire il consumo di beni.

    1. Il settore sanitario è stato abbandonato di fronte alla carenza di attrezzature necessarie

    come maschere, respiratori e gel idroalcolico, che sono gravemente carenti, e l’esaurimento

    e persino la sofferenza degli operatori sanitari.  Non pensi che il modello neoliberista che

    pone il profitto sopra ogni altra cosa debba essere messo in discussione?  Possiamo gestire

    la salute come gestiamo qualsiasi settore economico?

    Non c’è dubbio: la salute non può essere gestita come un settore economico. In Italia è affidata alle regioni, i cui bilanci al 70 per cento riguardano la sanità. Nel nostro paese nel 1997 c’erano 575 posti in terapia intensiva

    ogni centomila abitanti. Oggi ce ne sono 275: meno della metà. La sanità delle regioni meridionali in molti casi è imbarazzante, mentre a livello nazionale il settore privato è molto forte. Tutto questo conferma una banale verità: per molti la salute è solo un modo per fare soldi. Le tante eccezioni, che in questi giorni in Italia ammiriamo con immensa gratitudine, confermano la regola.

    7. Cosa pensi della mancanza di competenza di alcuni politici che gestiscono questa crisi 
    su base fai-da-te?  Il coronavirus non ha mai esposto interi governi?
    La politica è imperdonabile per avere indebolito la sanità pubblica. Le classi dirigenti delle democrazie occidentali hanno sottovalutato quanto stava accadendo. La Cina ha usato il pugno durissimo, la Corea del Sud le tecnologie. Le classi dirigenti di questi paesi si sono dimostrate più capaci. Daniel Bell ha pubblicato il libro The China model, in cui teorizza che le democrazie sono inadeguate nel creare élite pubbliche efficienti. Lo stiamo toccando con mano. Speriamo che ci sia presto un risveglio, altrimenti saranno tempi davvero difficili poiché ogni organizzazione privata e pubblica funziona prevalentemente in base a chi la dirige e la rappresenta.

  1. Non pensi che dopo questa crisi nulla dovrebbe essere più lo stesso?

Non mi sembra del tutto scontato. Occorre vedere come si riarticolerà il sistema politico. In Italia non c’è alcun ricambio a questo ceto politico omogeno. I protagonisti più nuovi non sono migliori dei vecchi e non hanno ridotto l’inefficienza, le ingiustizie sociali e gli insostenibili privilegi. Come esempio, vorrei ricordare la posizione del movimento Cinque Stelle sui vaccini che  secondo loro facevano più male che bene. Se non cambiamo tutti i suonatori, la musica sarà sempre la stessa. Ma non vedo nuovi suonatori all’orizzonte.

9. È stato notato che in paesi come Francia, Belgio, ecc. La popolazione non rispetta il 
contenimento.  Non pensi che la questione dei diritti individuali, la mancanza di disciplina, complichi le soluzioni per sradicare il coronavirus?
Certamente, ma va considerato che è una situazione inedita e che i social piuttosto che aiutare a capire stanno alimentando ansia e confusione. La disinformazione è il dato più rilevante di questo tempo. Anni fa ho teorizzato la società della disinformazione, che si realizza con l’eccesso di informazioni da un lato e il basso livello di istruzione dall’altro. Adesso lo stanno capendo in tanti: che senso ha inondare le persone di informazioni, spesso inutili e fuorvianti, quando chi le riceve non ha gli strumenti critici e culturali per interpretarle? Questo potrebbe essere considerato come una efficacissima forma di censura. Cioè della privazione delle informazioni necessarie per comprendere la realtà.

 

 


  1. Come spiega la mancanza di cooperazione internazionale, ad eccezione di Cina, Cuba, 
    Venezuela e Russia, che inviano medici e / o attrezzature e medicine, nella lotta contro questo virus?

La cooperazione internazionale funziona in genere quando c’è qualcosa da prendere piuttosto che qualcosa da dare. Cuba è encomiabile perché, grazie a Fidel Castro, ha creato un sistema sanitario pubblico di qualità al servizio del popolo. In Occidente c’è una sanità privata è di eccellenza ma non è certo per tutti.

  1. Sia il sistema politico che il sistema economico, che alcuni ci hanno detto che erano infallibili, hanno mostrato la loro vulnerabilità a un virus.  Cosa possiamo imparare da questo?

In particolare i sistemi politici democratici sono in grande crisi a causa della insufficiente selezione delle élite. La democrazia è soltanto una procedura in mano a ristrette oligarchie, sostenute dai media che rendono credibile un sistema che non riesce a garantire neanche i diritti essenziali dei cittadini: dalla sicurezza alla salute, dal lavoro all’istruzione. Lo stesso sistema economico ha confermato i limiti di un modello di sviluppo basato sul capitalismo che però si è ormai imposto su tutto il pianeta, a cominciare dagli stati ex comunisti come Russia e Cina.

  1. Su una nota completamente diversa, l’operazione Rubicon è uno scandalo globale.  Come spiega la CIA aiutata dal tedesco BND a spiare gli stati alleati? Le risorse di intelligence non vengono utilizzate in modo improprio?

Aldo Moro, lo statista italiano ucciso dalle brigate Rosse nel 1978, durante la sua prigionia aveva già detto che i servizi segreti della Germania federale svolgevano attività in Europa per conto degli Stati Uniti. Nulla di nuovo né di sconvolgente. Anni fa le rivelazioni di Edward Snowden, insieme a quelle di Julian Assange, avevano già anticipato queste vicende. Il nostro Presidente della Repubblica Francesco Cossiga, che era un grande intenditore di intelligence, sosteneva che era normale spiarsi tra paesi alleati ed amici. Nulla di sconvolgente perché sono normali attività di politica estera non convenzionale.


  1. Sei uno dei maggiori esperti europei di intelligence.  Come leggi la connivenza 
    tra trafficanti di droga, criminalità  e jihadisti?  Come valuta la cooperazione di intelligence tra i paesi del nord e del sud del Mediterraneo?

La convergenza di interessi tra trafficanti di droga, criminalità e jihadisti è un intreccio pericolosissimo, sopratutto in questo momento. Pochi stanno considerando che gli Stati si stanno giustamente concentrando per fronteggiare il coronavirus e quindi la criminalità e il terrorismo hanno maggiori spazi, soprattutto a livello informatico.

Inoltre, una conseguenza certa nei prossimi mesi sarà l’aumento del disagio sociale a causa della crisi economica. Con le classi dirigenti democratiche individuate per elezione o per concorso, certamente saremo in difficoltà ancora di più con le mafie e il terrorismo, che scelgono i propri vertici  attraverso il merito e le capacità individuali.

L’intelligence è il deep state, la continuità dello Stato, a prescindere dalle maggioranze politiche. Mai come oggi l’intelligence ha un compito di stabilizzare la democrazia e dare continuità alle istituzioni pubbliche. Appunto per questo, la collaborazione tra le intelligence dei Paesi europei ed africani rappresenta un passo strategico per trasformare il Mediterraneo da mare di conflitti e di disagio sociale in un mare di incontri e di mutamenti, per dare nuovi orizzonti all’umanità nel XXI secolo.

  1.  Lei menziona tre cose molto inquietanti, come il fatto che in Cina sono stati spenti 21 milioni di cellulari, che solo 1% di Italiani sono morti direttamente a causa del coronavirus, e che la Russia ha pochissime persone infette e nessun morto. Sono molti elementi per costituire un caso. Quale pensi sia la verità dietro questo misterioso virus Covid 19?

In tutte le grandi tragedie c’è chi le subisce e chi ne approfitta. La forma di scontro più rilevante che dovremo presto imparare a conoscere è la guerra dell’informazione, che è senza limiti. Dietro il misterioso virus Covid 19 secondo me non c’è alcun complotto ma una manifestazione della natura che ci ha trovati impreparati, soprattutto in una fase storica in cui l’uomo, con l’ingegneria genetica e l’intelligenza artificiale, ha assunto le sembianze di in un Dio, che concede la vita e la morte. Quello che sta accadendo mette tutti con i piedi per terra.

 

 

  1. I popoli europei non stanno pagando il prezzo dell’austerità, della deindustrializzazione

e della delocalizzazione?

Dopo la seconda guerra mondiale, l’idea di Europa ha assicurato 75 anni di pace, il periodo più lungo della storia senza conflitti nel nostro continente. In questo periodo però le logiche economiche e burocratiche si sono imposte, soprattutto, dopo la caduta del muro di Berlino. Sono prevalse ancora di più le logiche del profitto, che sono quelle più agguerrite e che spiegano in qualche modo anche la diffusione planetaria delle mafie.

Per fronteggiare la crisi della pandemia, negli Stati Uniti si prevede il raddoppio del deficit di bilancio, in Germania si immettono più di 550 miliardi, in Francia 400 miliardi  e in Italia forse 55 miliardi. Quando si cominceranno a tirare le somme, in Europa ci saranno popoli che soffriranno di più e popoli che soffriranno di meno. E gli esiti saranno imprevedibili